Ripensare l’architettura non solo come progettazione, ma come vero e proprio agente di cambiamento. Un obiettivo estremamente ambizioso, che Il Prisma, di fatto, ha rimodulato nella propria missione. Società internazionale di design e architettura con una forte connotazione italiana, il Gruppo – attraverso una profonda ricerca interdisciplinare – non si limita al concetto nudo e crudo di architettura, esplorando anche arte, urbanistica e design, ottenendo da ognuno spunti interessanti e innovativi grazie ai quali rispondere alle grandi sfide del nostro tempo, come sostenibilità e migrazioni. In quest’ottica, nel corso del 2024, Il Prisma ha affrontato il tema delle migrazioni (in)volontarie con due progetti distinti ma fortemente connessi.
La città della parola: concorso Architects for Humanity
Devastato dal terremoto che ha colpito il nord della Siria nel febbraio del 2023, il primo progetto riguarda la ricostruzione del quartiere residenziale di A’zaz. Sviluppato per il concorso Architects for Humanity, il progetto si basa su un ecosistema di collaborazioni tra architetti, artisti, mediatori culturali e comunità locali, con l’obiettivo di ricucire il tessuto sociale e culturale, oltre che di ricostruire fisicamente il territorio ferito. Il masterplan La città della parola incarna questa visione, concepito come un simbolo di speranza per il futuro, da condividere con il mondo. Non a caso, vista dall’alto, la pianta del nuovo quartiere forma la parola “vita” in arabo, richiamando tanto al senso di rinascita quanto di appartenenza, aspetti cruciali per chi, gioco forza, è costretto ad una migrazione quanto mai involontaria. Il progetto ha ricevuto la Menzione d’Onore per l’innovativa integrazione tra arte e partecipazione della comunità.
Il Prisma Blending: ripensare il workplace per arricchirsi della multiculturalità interna
Parallelamente, Il Prisma ha approfondito il ruolo dello spazio lavorativo, definendolo come un ecosistema in cui la multiculturalità diventa un motore di crescita collettiva. Con un team internazionale – 28 colleghi expat, 22 nazionalità, 4 continenti – la società ha raccolto testimonianze cariche di significato, spostando il focus sulle possibili difficoltà di adattamento in nuovi contesti culturali, trasformandole in un’opportunità per valorizzare e integrare la diversità. A dare concretezza al progetto “Il Prisma Blending”, una serie di azioni mirate: mappatura dei pain points vissuti dagli expat, ripensamento dei rituali aziendali, creazione di un senso di “casa” e costruzione di ponti interculturali. L’obiettivo è migliorare la comunicazione interna, favorire la comprensione reciproca e rendere il contesto lavorativo più accogliente.
Per saperne di più: https://www.ilprisma.com/news/migrazioni-in-volontarie-evento-di-chiusura