Le persone alla sostenibilità – intesa in senso ambientale ma anche sociale e aziendale – ci tengono eccome. Casomai sono scettiche sulla possibilità di ottenere risultati grazie alla sola azione umana, e suggeriscono di dare più spazio agli algoritmi di intelligenza artificiale. E’ quanto emerge dalla ricerca “No Planet B”, condotta da Oracle e dalla docente di Harvard Pamela Rucker su un campione oltre 11.000 consumatori e manager aziendali in 15 Paesi diversi, dalla quale sono emersi dati inequivocabili: il 94% degli intervistati ritiene che il mondo non abbia fatto grandi progressi sui temi ESG e il 61% pensa che l’IA (((o AI, come preferite))) avrà successo dove gli umani stanno fallendo.
Già, perché è proprio la sfiducia verso la gestione umana delle sfide della sostenibilità a emergere, espressa praticamente dalla totalità dei manager: il 96% secondo l’indagine di Oracle ritiene che i pregiudizi umani e le emozioni siano un ostacolo perché “distolgono dall’obiettivo finale”. I principali intralci sono il mancato adeguamento agli standard ESG delle aziende partner o terze e la mancanza di dati, dovuta a processi ancora manuali. Ecco perché l’89% dei manager intervistati ritiene che le organizzazioni che si affidano alla tecnologia per promuovere business sostenibili cresceranno di più a lungo termine e il 93% farebbe affidamento su un bot di IA (((o AI))) rispetto a un essere umano per prendere decisioni in materia di sostenibilità e responsabilità sociale.
Quanto ai cittadini, il 93% ritiene che la sostenibilità sia oggi più importante che mai e non solo a parole: l’80% ha dichiarato che gli eventi degli ultimi due anni hanno cambiato i loro comportamenti. “Le persone non vogliono solo sentirne parlare, ma reclamano interventi decisivi, maggiore trasparenza e risultati tangibili”, conferma Juergen Lindner, Senior Vice President, Global Marketing Head SaaS e CMO Backoffice Applications in Oracle.