Per Sygenta, azienda che si distingue nel settore dell’agribusiness, l’obiettivo di un futuro sostenibile può essere raggiunto prendendosi cura del terreno e della sua salute. L’azienda, infatti, da sempre indirizza e supporta gli agricoltori nella produzione di cibo sano e nella cura del suolo.
In occasione della Giornata Mondiale del Suolo, Sygenta sottolinea quanto salute del terreno e sostenibilità siano strettamente connesse e che, per raggiungere tali obiettivi, la soluzione è adottare l’agricoltura rigenerativa come pratica standard.
“Il futuro veramente sostenibile dell’agricoltura, io lo chiamo agricoltura rigenerativa, sta prendendo forma”, sostiene l’amministratore delegato di Syngenta, Erik Fyrwald. Ma in cosa consiste l’agricoltura rigenerativa?
L’agricoltura rigenerativa consiste nell’adozione di una serie di pratiche agricole e di tecnologie digitali grazie alle quali sarà possibile soddisfare da un lato l’obiettivo di fornire cibo sano, e dall’altro l’obiettivo di preservare l’ambiente, in maniera congiunta.
La risorsa principale dell’agricoltura, infatti, è rappresentata proprio dal suolo: per questo motivo, e alla luce dei cambiamenti climatici in corso, è fondamentale che ne venga preservata la qualità che, negli ultimi anni, è stata compromessa da fattori quali perdita di produttività e carbonio organico, erosione e perdita di ecosistemi.
Partendo da questi elementi, l’obiettivo di Sygenta è quello di gettare le basi per un nuovo futuro dell’agricoltura attraverso alcune azioni, quali affrontare la questione del cambiamento climatico e le conseguenze che questo comporta soprattutto per gli agricoltori, e promuovere l’impegno da parte dell’azienda nel realizzare un sistema agricolo sostenibile attraverso l’agricoltura rigenerativa.
L’attività che Sygenta porta avanti a tutela dell’ambiente non è del tutto nuova, ma è testimoniata anche da alcuni progetti che porta avanti da diversi anni, quali Operation Pollinator e Race to Zero con cui è stato possibile recuperare 14 milioni di ettari di terreni a rischio di degrado e di aumentare la biodiversità in milioni di ettari coltivabili.