Da “nice to have” a “must have”, questo l’approccio di Kiabi al tema della sostenibilità in riferimento ai suoi prodotti già da diversi anni, come dimostrato da alcune iniziative in materia, prima tra queste la realizzazione della collezione bebè quasi interamente ecosostenibile.
L’azienda aveva già intrapreso un percorso green partendo dalla fondazione Kiabi, ma per far sì che la sostenibilità sia parte integrante delle attività e dei suoi prodotti, Kiabi si impegna anche attraverso altre iniziative, come i buoni bebè green, ovvero dei salvadanai virtuali in cui per ogni buono aperto viene piantato un albero, oppure gli esperimenti per agire sul fine vita dei prodotti oltre che con l’attenzione dimostrata nel voler informare a 360 gradi il cliente sulla provenienza di un prodotto e sulla sua composizione. Da qui nasce la volontà di anticipare al 2025 l’obiettivo prefissato per il 2030, ovvero quello di realizzare il 100% dei prodotti utilizzando materiali ecosostenibili.
“Penso che attualmente la sostenibilità possa essere un driver importante. Ovviamente la coerenza è fondamentale per essere credibili e non cadere nell’effetto moda del momento”, dichiara Khardiata Ndoye, direttrice marketing per l’Italia.
In Kiabi sono anche consapevoli di quello che è l’impatto che il settore della moda ha sull’ambiente in termini di inquinamento, motivo per cui stanno progettando la realizzazione di un reparto composto interamente da capi di seconda mano in modo da recuperare i capi che restano inutilizzati intraprendendo così azioni concrete sul fine vita dei prodotti.