Anche la tecnologia ha un impatto ambientale. Ecco perché decarbonizzarla deve essere uno dei primi obiettivi dell’impegno per un futuro più green, affinché la tecnologia stessa diventi uno strumento a favore della sostenibilità e non il contrario. In questo ambito è particolarmente attiva Hitachi Vantara, azienda focalizzata sull’archiviazione dati, sulle infrastrutture e sulla gestione del cloud ibrido, che spiega la sua soluzione per rendere le infrastrutture digitali più eco-friendly, considerando che secondo i dati di pochi anni fa il settore IT rappresenta circa il 4% delle emissioni globali di anidride carbonica. “Abbiamo iniziato – spiega Hitachi Vantara – riducendo i carichi di lavoro del sistema operativo e l’ingombro dell’infrastruttura. In alcuni casi, la sola modernizzazione delle app può garantire un risparmio fino al 50% della capacità del server. Il processo consente inoltre alle aziende di iniziare ad abbattere i silos di dati. Quando ciò si verifica, sono in grado di estrarre e migliorare le informazioni dettagliate sui dati in tutta l’organizzazione e automatizzare le attività quotidiane, il che può offrire risparmi e agilità all’azienda”.
L’80% delle emissioni di CO2 della catena del valore di un sistema informatico è infatti legato al suo utilizzo dopo la vendita, dunque per ridurre le emissioni lungo l’intera catena del valore è fondamentale ridurre le emissioni di CO2 non solo nella produzione ma anche durante la fase di utilizzo. “Il nostro Storage Virtualization Operating System (SVOS) – illustra ancora Hitachi Vantara -, ad esempio, può aiutare a ridurre le emissioni di CO2 con innovazioni come la tecnologia avanzata di riduzione dei dati, che consente ai clienti di archiviare più dati utente sulla capacità acquistata. In alcuni casi, una riduzione del 65% del consumo di elettricità ridurrà anche le emissioni di CO2 del 65%. Con la virtualizzazione dello storage possiamo applicare queste tecnologie ai sistemi di storage esistenti con lo stesso tasso di riduzione”. Un’altra possibilità è la sostituzione senza interruzioni del controller di storage con i sistemi di prossima generazione senza la necessità di migrazione dei dati. Ciò consente alle aziende di evitare il lungo processo di migrazione dei dati che richiede che i vecchi e i nuovi sistemi vengano eseguiti in parallelo durante tutta la fase di migrazione.
Tali processi consumano molta più energia e richiedono ulteriore raffreddamento e spazio, per non parlare del fatto che possono richiedere mesi per essere completati. “Ad esempio, di recente abbiamo condotto una valutazione del data center per un cliente e abbiamo dimostrato che una configurazione flash NVMe di storage creava 2,5 volte più CO2 rispetto a un SSD con soluzione di interfaccia SAS. Il punto è che, con la giusta visione e guida, le emissioni di CO2 possono essere ridotte”, conclude Hitachi Vantara.