Innovazione e rispetto dell’ambiente e della persona alcuni dei temi su cui, durante i CEOforLIFE Awards 2021, si sono confrontati i Ceo e i Presidenti delle multinazionali e delle più importanti aziende italiane. Un’occasione per valorizzare, condividere e ampliare le attività e i progetti concentrati, tra le altre cose, su mobilità sostenibile, nutrizione, educazione e digitalizzazione, inclusione – anche lavorativa – dei soggetti più fragili, economia circolare e sviluppo sociale.
Con la pandemia che ha messo in discussione gli spazi in cui viviamo e in cui lavoriamo, EFM ha proposto il modello Hubquarter, una tipologia di lavoro diffuso caratterizzata dalla condivisione degli spazi da parte di attori pubblici e privati e dalla possibilità delle persone di disegnare liberamente la propria esperienza lavorativa. A beneficiarne, le aziende, le persone e pure le città. Se le prime, infatti, possono provare a valorizzare i propri patrimoni immobiliari e ad abilitare un’idea moderna di lavoro, flessibile e produttivo, le seconde possono vivere un’esperienza personalizzata e ingaggiante, in linea con le proprie esigenze oltreché in contatto con community e competenze diffuse. Quanto alle città, invece, potranno godere di una redistribuzione delle risorse in tutto il territorio e, di conseguenza, avere risultati in seno allo sviluppo economico e alla sostenibilità, a partire dalla riduzione di CO2 e degli spostamenti.
“EFM – dice orgoglioso il Ceo Daniele Di Fausto – riscrive i codici dello stare insieme con un progetto che, nato prima dell’arrivo del Covid, propone un modello in cui i luoghi non sono solo spazi fisici dove lavorare, ma dove crescere personalmente e professionalmente. Sono luoghi in cui nascono e crescono community, si sviluppano contatti e creatività”. Ad abilitare questa nuovo modo di concepire il lavoro, la piattaforma MYSPOT, attraverso la quale il dipendente sceglie e prenota il luogo di lavoro all’interno dell’Hubquarter. E poi gli engagers, coloro che connettono persone con skill e background diversi. “Abbiamo immaginato una città aperta a tutti, che diventasse di per sé un luogo d’attrazione, di lavoro e di apprendimento”.