Già all’inizio del 2020, l’obiettivo annunciato da Microsoft era quello di diventare carbon negative entro il 2030: produrre acqua e zero rifiuti. A tal proposito, Microsoft ha introdotto un nuovo strumento al servizio delle aziende in grado di monitorare le emissioni grazie alla connettività con le fonti e l’automazione, ovvero Microsoft Cloud for Sustainability.
Lo strumento permette di individuare ed analizzare il consumo di risorse, l’impatto ambientale e i progressi fatti in ambito di sostenibilità. In base all’analisi della quantità di emissioni prodotte, lo strumento fornisce alle aziende delle soluzioni per apportare cambiamenti che abbiano un impatto a lungo termine sul percorso di sostenibilità.
Oltre all’introduzione di Microsoft Cloud for Sustainability, le altre azioni intraprese da Microsoft sono l’introduzione di una nuova tipologia di data center che prevede l’impiego di materiali a basso tasso di emissioni, l’utilizzo di un nuovo sistema di raffreddamento liquido e la realizzazione di un design più evoluto.
I data center, infatti, diventeranno più green: Microsoft, infatti, entro il 2024, intende ridurre la quantità di acqua utilizzata nei data center raffreddati per evaporazione del 95%, il che equivale a 5,7 miliardi di litri l’anno. Il raffreddamento senza acqua, invece, consente di utilizzare server più densi in spazi più piccoli e di creare data center più piccoli in posizioni strategiche.
A proposito della realizzazione di un design che sia evoluto, Noelle Walsh, corporate vice president, dichiara: «Il nostro obiettivo è rinnovare e rivitalizzare il territorio circostante in modo da poter ripristinare e creare un percorso per fornire valore rigenerativo per la comunità locale e l’ambiente». Il punto di partenza in tal senso sarà creare un’area boschiva nei pressi dei data center e zone umide boschive per l’elaborazione naturale dell’acqua piovana, entrambe azioni che permetteranno di ristabilire le prestazioni dell’ecosistema.