Un giovane di spalle che cammina in direzione del futuro: con la mano sinistra regge lo zaino del passato che non si può cancellare e con la mano destra innalza la palla incatenata, simbolo della condizione dei detenuti. La palla rappresenta il cambiamento, una metà è nera per ricordare “chi ero” e l’altra metà ha i colori del globo terrestre per sottolineare “ora sono”: è questo il colpo d’occhio dell’opera realizzata dall’artista romano Maupal e dedicata ai giovani detenuti IPM di Nisida che stanno scontando la propria pena ma hanno il diritto di riprendere in mano la propria vita. E proprio i giovani detenuti saranno i protagonisti del progetto “Sole in mezzo!”, promosso dall’Associazione Ripartiamo e Sielte.
Sielte, infatti, società leader nel settore delle telecomunicazioni, lo scorso anno ha firmato il protocollo d’intesa “Lavoro carcerario” con il Ministero della Giustizia e quello per l’Innovazione tecnologica per offrire proprio ai ragazzi del Nisida l’occasione di essere parte attiva di un progetto che ha portato ad ottimi risultati già in altri istituti penitenziari e alla cui base c’è il valore del lavoro come punto di partenza di una “nuova vita”.
Rino De Zotti, Sales Area Manager di Sielte, ha commentato così il progetto “Sole in mezzo!”: “Attraverso un percorso formativo si vuole offrire un nuovo ruolo nel mondo delle telecomunicazioni, con attività di help desk di primo e secondo livello ma anche di rigenerazione degli apparati di rete quali router, switch, apparati telefonici. Sielte è da tempo impegnata in progetti di rieducazione e di formazione dei detenuti perché crede fortemente che una possibilità di riscatto sociale debba essere data a tutti, anche a chi sbaglia. Il pregiudizio sui detenuti, soprattutto sui più giovani, va messo da parte, per consentire loro di ritornare a una routine ordinaria, a partire dal lavoro. Questa è la loro opportunità”.